COMUNICATI
STAMPA DALLA CORSA
Quarto posto di Elia Viviani nella prima volata
Viviani: "Il risultato di oggi mi lascia abbastanza soddisfatto. Un quarto posto, dopo una tappa dura, non è certo un risultato da buttare. Abbiamo corso praticamente tutta la gara sotto l'acqua, con una temperatura non proprio calda.
Il prezzo l'ho pagato sul rettilineo finale con i muscoli un po' bloccati. Il terzo posto potevo giocarmelo, ma riconosco che Kittel e Bouhanni sono stati più bravi.
Risultato a parte, sono contento per il lavoro e l'aiuto della squadra, che si è mossa bene per tenermi lontano dai rischi, e per come sono riuscito a impostare la volata, specialmente nell'ultima curva. Archivio questa prima volata e guardo avanti. Oggi è stato importante essere davanti a giocarmela".
Volata di gruppo a Belfast: Ferrari è quinto
"Un piazzamento tra i primi cinque in una tappa del Giro d'Italia è sempre un buon risultato, però mi rimane il rammarico di non essere entrato con ancora più determinazione nella curva a sinistra a 300 metri dal traguardo".
Questo è Roberto Ferrari, un combattente che pensa giustamente sempre al massimo obiettivo, anche dopo aver colto, al termine di 219 km corsi sotto l'acqua, un risultato di valore.
Il velocista della LAMPRE-MERIDA si è ben distinto nella volata di gruppo che ha chiuso la 2^frazione della Corsa Rosa, con partenza a Belfast e arrivo nella stessa città dopo aver coperto un percorso che ha portato il plotone verso la costa settentrionale dell'Irlanda del Nord (foto Bettini).
Quinto posto per Ferrari, vittoria per Kittel, che ha preceduto Bouhanni, Nizzolo e Viviani.
La maglia rosa è passata sulle spalle di Matthews.
"La squadra mi ha protetto bene in gruppo per tutta la corsa.
Nell'ultimo chilometro ho trovato una buona collocazione a ridosso degli atleti che aprivano il gruppo, potendo così poi entrare nella curva finale in una posizione molto valida - ha spiegato Ferrari - Alcuni corridori hanno impostato la curva al mio fianco, in quel momento ho pensato all'asfalto scivoloso e non sono stato abbastanza deciso nel far scorrere la bici ad alta velocità.
All'uscita della curva ho dovuto rilanciare la velocità, ma la possibilità di provare almeno a lottare per un posizione migliore era svanita.
Complimenti a Kittel oggi è stato troppo forte per tutti".
Romero protagonista nella prima fuga del Giro
Belfast, 10 maggio - La tappa è stata caratterizzata dalla pioggia, continua compagna dei quattro fuggitivi di giornata (Fedi, Romero, Tjallinji e Armée) e del gruppo. Il vento ha invece risparmiato i corridori, togliendo così alla corsa un aggiuntivo coefficiente di difficoltà.
Domenica ultima frazione estera, con la corsa che, partendo da Armagh, entrerà nella Repubblica di Irlanda per l'arrivo a Dublino.
Il Team Colombia ha promesso un Giro d’Italia all’insegna della combattività, e già dalla prima frazione in linea della Corsa Rosa, Belfast-Belfast di 219 km, ha iniziato a mantenere la parola data. Jeffry Romero è stato fra i quattro protagonisti di una lunga fuga che ha animato la tappa fin dal km 3, cedendo solo negli ultimi 10 km all’inesorabile ritorno del gruppo guidato dalle squadre dei velocisti.
Alla fine è stata volata e, come da pronostico, il tedesco Marcel Kittel (Giant-Shimano) ha centrato il suo primo successo al Giro d’Italia, battendo Nacer Bouhanni (FDJ) e Giacomo Nizzolo (Trek). Due piazzamenti nei primi 20 per il Team Colombia: il migliore degli Escarabajos è stato Leonardo Duque, 14°, seguito da Edwin Avila al 17° posto. Grazie a questi risultati, e a un buco di 3” attribuito dalla giuria dopo la 20a posizione, il Team Colombia è risultato primo nella classifica a squadre di giornata.
In classifica generale, la maglia rosa rimane in casa Orica-GreenEDGE, passando però sulle spalle dell’australiano Michael Matthews, ottavo nello sprint odierno, mentre Fabio Duarte e Jarlinson Pantano hanno un ritardo di 1.26 dal nuovo leader.
E’ stata un’altra giornata senza sole a Belfast, e i corridori hanno dovuto fare i conti con le abbondanti piogge che hanno caratterizzato gran parte della tappa. Dopo appena 3 km è partita l’azione di giornata, con protagonisti Romero, Maarten Tjallingii (Belkin), Andrea Fedi (Neri Sottoli) e Sander Armee (Lotto-Belisol). Dopo aver raggiunto un vantaggio massimo di 7 minuti, i fuggitivi sono stati tenuti sotto controllo dalla Orica della maglia rosa uscente Svein Tuft fino al termine dell’azione avvenuta a 5 km dal termine, dopo che Romero aveva ceduto due chilometri prima a causa di una foratura.
Proprio le forature sono state un altro leitmotiv di giornata: non hanno fatto eccezione Miguel Angel Rubiano e Fabio Duarte, e proprio nel tentativo di rallentare per attendere il capitano, Rodolfo Torres è terminato a terra nell’impatto con un altro corridore. Per lui qualche botta e una ferita sulla coscia sinistra, ma nulla che potrà impedirgli di prendere il via domani per la terza tappa, 187 km da Armagh a Dublino. Sfortunato anche Carlos Julian Quintero, vittima di una foratura a 3,3 km dal termine, quando il gruppo viaggiava alla massima andatura, e giunto quindi al traguardo con un ritardo di 1.33.
“Stamattina in riunione avevamo pianificato di cercare di entrare in fuga, e ci sono riuscito. Ho provato a sfruttare l’occasione di giocarmi la prima maglia di miglior scalatore, ma oggi Tjallingii andava veramente forte. E’ stata una giornata resa difficile anche dalle condizioni meteo, ma sono contento della mia prima fuga nel mio primo Giro d’Italia: sicuramente ci riproverò,” ha dichiarato Jeffry Romero.
Bilancio positivo anche per il DS Valerio Tebaldi: “E’ stata una tappa molto stressante, fra la pioggia battente e le tante forature, ma nel complesso ci siamo comportati bene, rendendoci subito protagonisti con Jeffry nella prima fuga di questo Giro. E’ l’approccio che vogliamo portare in questo Giro d’Italia: lottare su tutti i terreni, e anche in volata con Duque ed Avila. Quello di oggi era un finale molto nervoso, anche a causa di diversi spartitraffico nei chilometri finali, ma siamo convinti di poter puntare a buoni risultati anche nelle frazioni meno impegnative.”